
Camporotondo Etneo, San Pietro Clarenza, Mascalucia, San Giovanni la Punta e Tremestieri Etneo distano dai 4 ai 10 chilometri dalla costa ionica e sono ben collegate tra loro da mezzi pubblici. Gli spostamenti in auto sono favoriti dalla possibilità di attraversare senza quasi accorgersene, uno dopo l’altro, i comuni che ricadono in questo territorio dominato dal bosco di Monte Ceraulo. L’Etna, a breve distanza, è il principale punto di riferimento e anche la visuale del vulcano e i suoi contorni cambiano a seconda del comune che si attraversa.

In un disegno geografico semplice e di forte richiamo naturalistico, la soluzione per godersi questi luoghi è quella di attraversarli tutti immaginando anche delle piacevoli soste nei tanti punti di ristoro e sapere che, in meno di 30 minuti, si è da un estremo all’altro di questi comuni.
Partendo dalla piazza centrale di San Giovanni la Punta in 12 minuti (4,6 km) si arriva a Mascalucia, il più popoloso di quest’area con i sui 31.020 abitanti. Da qui, in meno di 10 minuti, (5 km circa) si arriva a San Pietro Clarenza e impiegando altri 5 minuti (2,4 km) si giunge a Camporotondo Etneo.

C’è una linea verde tra questi Comuni alle pendici sud orientali dell’Etna. Il Bosco di Monte Ceraulo è molto di più di un percorso ambientale, è uno dei luoghi simbolo del territorio etneo, dove natura e ambiente si incontrano per dare vita ad uno degli ultimi scorci della suggestiva macchia mediterranea.
Querce, ginestre, flora e fauna molto particolari sono elementi di forte richiamo turistico per la ricchezza della vegetazione e la magnificenza della natura dove l’elemento dominante è il vulcano. Qui, come altrove, il Mongibello ha lasciato le tracce del suo passaggio nelle colate laviche ancora visibili. Diciassette ettari circa di terreno (tra la strada denominata “fondo Vacca” e la provinciale per Nicolosi) da attraversare nei due sentieri fruibili dove immergersi in una fitta rete di bellezze naturali.

Tra ciclamini e splendide orchidee vivono diverse specie animali che è possibile incontrare durante le passeggiate rilassanti che possono durare anche l’intera giornata: dal coniglio selvatico al riccio e ancora i cardellini, le capinere, le coloratissime farfalle e anche i rapaci notturni. E per chi ne apprezza il profumo e il sapore questa è anche una zona di deliziosi funghi porcini.

Il vulcano, come detto, è l’elemento di forte identificazione di tutto il territorio. Qui “la montagna” si esprime anche nella sua forza devastatrice. Lungo la strada Pedara – Massannunziata è possibile ammirare ciò che resta dei ruderi della fortezza del Grifo in contrada Ombra, edificata prima della seconda metà del XVI secolo. Si tratta di una vecchia masseria sette/ottocentesca ormai in rovina ma che testimonia la secolarità dei luoghi. Dei primi del 700 è anche il Caseggiato Mannino sulla piazza della Vittoria di San Pietro Clarenza. L’edificio più antico del paese è oggi sede della biblioteca comunale. In questi siti di interesse storico – rurale la contiguità del territorio e dei centri abitati renderà facile il percorso e gli spostamenti anche con i mezzi pubblici.

Per le famiglie suggeriamo una sosta nella villa comunale di San Giovanni La Punta, 18 mila metri quadrati di parco, oggi attrezzati con uno spazio giochi. Non si può lasciare questa parte dell’hinterland etneo senza averne apprezzato e conosciuto la vocazione agricola e artigianale, che rappresenta il principale segmento produttivo di quest’area. Le produzioni di cereali, ortaggi, le olivicolture e la viticoltura sono favorite dalla presenza dei terreni vulcanici che qui danno ad ogni prodotto sapori unici.

Dopo una salutare passeggiata tra i boschi, assaporare i prodotti di eccellenza di questo territorio rappresenta un’ esperienza da non perdere: dall’oliva da tavola Nocellara Etnea e l’olio extravergine di Oliva Dop Monte Etna di Camporotondo e San Pietro Clarenza, al pistacchio verde di Bronte di Camporotondo. Le delizie dell’agroalimentare di questa zona includono produzioni di agrumi, mandorle, fichi d’india di Camporotondo, gli agrumi, i cereali e il vino a di San Giovanni La Punta, il vino ombra di Mascalucia e le olive, gli agrumi, e l’uva da vino di Tremestieri Etneo.

La ricchezza di un territorio così votato all’artigianato è dettato dalla presenza di imprese che, nel tempo, hanno conservato la loro autenticità di espressione. Dal legno, al vestiario, dalla lavorazione e trasformazione di prodotti quali salumi e conserve, dalla lavorazione del ferro battuto e la pietra lavica fino alle antiche produzione di merletti, ricami e tappeti (Mascalucia). Ma qui l’anima siciliana trova il suo punto di orgoglio e di forza nella caratteristica produzione di carretti siciliani e dei prodotti in pietra lavica di Tremestieri etneo. L’arte dei carretti esplode in un trionfo di colori e di folklore che rende il simbolo della sicilianità un patrimonio storico e culturale unico al mondo.

Le strutture recettive di questo comprensorio si trovano maggiormente concentrate nei comuni di San Giovanni la Punta e Mascalucia. Nel primo è possibile soggiornare nei B&B, negli agriturismi e negli alberghi del luogo. L’incremento di strutture dell’ospitalità ha permesso di aumentare significativamente le presenze turistiche da quasi 33 mila del 2010 alle oltre 40 mila del 2011. Nelle vicina Mascalucia sono invece numerose le strutture extralberghiere a disposizione dei turisti. Possibilità di soggiorno a stretto raggio sono disponibili a Tremestieri etneo e a San Pietro Clarenza.

Mare, collina, campagna e montagna. Tutto a distanza ravvicinata e a portata di turista. La tranquillità degli ambienti, la genuinità dei prodotti, l’attrattiva dei luoghi, fuori dagli itinerari turistici tradizionali, permettono di vivere una vacanza in totale relax e di puntare su mète di indiscusso interesse storico e culturale, ma ancora inesplorate per i grandi flussi turistici abituali. Il percorso indicato offre, nel contempo, la possibilità di scegliere e di visitare anche quei luoghi più rinomati da Taormina ad Aci castello, distanti appena pochi chilometri.

Timpe, terrazzi marini, ripiani lavici, lapilli e vecchie colate. In questo scenario vulcanico e di fitta vegetazione, le sorgenti di acqua dolce di origine naturale sono la caratteristica di un’area detta anche delle risorgive. I comuni pedemontani interessati a questi fenomeni sono Valverde, Aci Catena, Aci Sant’Antonio e Aci Bonaccorsi (195 mila abitanti nel complesso).
Siamo alle pendici sud orientali dell’Etna, ad una distanza dalla splendida costa ionica che varia dai 4 ai 10 chilometri.
Da visitare le aree protette e i siti di grande valore paesaggistico: la Riserva Naturale Orientata della Timpa (Acireale) e il Bosco di Aci a Santa Maria la Stella (frazione di Aci S. Antonio).

Tutto il territorio è ricco di luoghi di interesse storico e rurale che vale la pena conoscere: La Torre Casalotto, una masseria fortificata a due chilometri e mezzo da Aci San Filippo, frazione di Aci Catena; il sito archeologico di Contrada Reitana ad Acicatena; le Terme romane di Santa Venera al pozzo, risalenti al IV secolo d.c. La grandezza e l’importanza storica è data dai resti di un impianto termale, un tempo fonte di acque sulfuree dalle spiccate qualità terapeutiche.
Fa parte del territorio di Aci S. Antonio anche Villa Casalotto, testimonianza di un parco giardino di grande interesse naturalistico che ha conservato alcune specie esotiche ed altra vegetazione boschiva. Un quadro naturalistico dove trovano spazio le palme, i cedri, i tigli e le magnolie.

Per ammirare il panorama mozzafiato di tutta la costa ionica bisogna raggiungere il complesso rurale Vignagrande di Acicatena, dove ricade l’eremo di Sant Anna (contrada San Filippo). Una Chiesa e un convento, risalenti al 1751. All’interno il chiostro e il giardino mediterraneo, mentre la chiesa conserva alcuni tesori d’arte e alcune tele della Madonna con il bambino e Sant’Anna. Uscendo bisogna volgere lo sguardo sui tetti dei paesini sottostanti e ammirare nelle giornate limpide da una parte la Calabria e dall’altra l’Etna imponente.

Tra i siti archeologici c’è quello in contrada Casalrosato e Montedoro a Valverde. Le scarpe comode sono essenziali per attraversare stradine tortuose di pietra lavica ed edera ed ammirare le piccole chiesette di campagna nella contrada Montedoro.
Si prosegue tra bouganville e splendide ville che si affacciano sul mare dei Ciclopi. Si scende tra le trazzere immerse nel verde, dove si arriva alla sorgiva di Casalrosato. Proseguendo si raggiunge “a funtana” luogo mistico dove, da un vecchio lavatoio, sgorga l’acqua ritenuta miracolosa e dove, secondo la leggenda, apparve la Madonna. Oggi il luogo è meta di pellegrinaggi nei giorni della ricorrenza. Più in alto la frazione Carminello, un luogo di residenza che conserva l’atmosfera magica di un vecchio villaggio rurale. Un’area che non disperde energie e che viene attraversata da piccoli paesi, frazioni e angoli di vita che conservano storia e tradizioni. Ma c’è una caratteristica unica che distingue questa zona ed è il clima: sub tropicale fino a 150 metri, temperato-caldo sopra i 150. Anche le temperature risentono di queste particolarità con differenze sostanziali a seconda dell’altitudine e dalla distanza dal mare.
Ideale quindi un abbigliamento eterogeneo per la visita di questi luoghi.

L’aspetto naturalistico è certamente quello che desta curiosità per via della scogliere laviche che formano un cordone ininterrotto da Riposto sino al porto di Catania.
Da dove la si guardi la veduta è a perdita d’occhio e lascia intuire quanto la natura abbia dettato modi di vita, abitudini e usanze.
C’è una evidente riga di confine tra la montagna, la costa e il mare, dove in mezzo vive una realtà laboriosa, ricca di profumi, sapori e tanto diversa nel breve volgere di pochi chilometri.
Un mix geniale dettato dalla natura, dove il clima incontra un habitat che ha prodotto una vegetazione ricchissima e molto specifica per il settore erboristico. Qui si offre all’uomo il meglio per la composizione di rimedi naturali e prodotti erboristici utili ad alleviare i sintomi di più patologie : il Finocchio di mare, che ha spiccate proprietà diuretiche depurative e digestive, ed è anche molto ricco di vitamine minerali o lo Statice virgato, pianta officinale rara, e per questo quasi introvabile, ma dalle grandi proprietà depurative e diuretiche , la Caccialepre pianta amara dalle proprietà purificatrici del sangue, il Ginestrino della scogliera stimolante della funzione renale.
Una sorta di aerosol marino dove nella parte interna si insedia una vegetazione arbustiva meglio conosciuta come Euforbia arborescente, un rimedio erboristico da usare per la cura di piaghe , dermatiti e psoriasi.

Siamo nella rinomata Riviera dei Limoni, dove cresce e si produce il tipico limone verdello, vera delizia dell’agrumicoltura siciliana e della costa ionica (Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci catena e Aci S.Antonio)
La ricchezza del territorio dà vita ad un prodotto unico presente sulle tavole di tutto il mondo.
Nelle zone interne particolarmente sviluppata è la viticoltura, l’olivicoltura e le coltivazioni di cereali ed ortaggi. Il cavolo rapa di Acireale detto “Trunzu di Aci” è un prodotto che identifica quest’area, così come i sapori di una volta ritrovano vita nella deliziosa ricotta salata o infornata ad Acireale, Aci Bonaccorsi ed Aci Catena. È l’ingrediente che dà il suo tocco di sicilianità ad uno dei piatti forti di tutta la provincia etnea: la pasta alla Norma.

L’artigianato, nei suoi mille volti, è un vero fiore all’occhiello di questo angolo della Sicilia. Una delle peculiarità è quella dei manufatti in ferro battuto, in pietra lavica e soprattutto la fabbricazione di carri e carrozze ad Aci S. Antonio. Non mancate di visitare il Museo Regionale del Carretto Siciliano perché proprio Aci S. Antonio è la patria della Scuola d’arte del Carretto. Qui vive anche la più nobile delle tradizioni: quella della produzione di pupi siciliani di Acireale che influenza tutta l’area dell’acese.
Arte e artigianato un confine poco definito. L’amore per la terra e la passione per i buoni sapori hanno permesso la crescita di diverse imprese che operano nella produzione di bevande gassate e nella distillazione.

E a proposito di bevande e di prodotti di eccellenza eccovi la vera chicca: amanti delle birra unitevi perché a Valverde c’è una cultura che cresce e apprezza particolarmente questa bevanda, grazie al proliferare di alcuni birrifici di qualità. L’attenzione “alla bionda” e alla “rossa” ha dato vita ad una Sagra che ogni anno si svolge, di solito, nel mese di settembre.
Soggiornare in questi paesi tutti da scoprire sarà una vera alternativa alla vacanza tradizionale. Un appeal dettato dalla semplicità e dai ritmi rilassanti di giorno, ma incalzanti nelle ore serali e notturne per via delle tante opportunità e offerte di svago. Le strutture recettive hanno una conduzione familiare, tipica del posto. La scelta è tra i B&B di Aci Sant’Antonio, Valverde o Aci Catena.
Abbandonate ogni remora, caricatevi uno zaino e poco altro per riconciliarvi con una natura e un territorio incapace di deludere i suoi ospiti.