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Le vie dell’acqua e dei mulini | Etna Walking Rural

Le vie dell’acqua e dei mulini

Suggestivo e medioevale, in un contesto contrastante e selvaggio di trazzere, fichi d’india e cascate di acqua purissima, il Percorso naturalistico dei Mulini è uno dei più sorprendenti che questo territorio possa offrire.

Siamo nella vallata che si estende tra la contrada Reitana e Capo Mulini, nell’acese. Per comprenderne in pieno le caratteristiche bisogna però uscire subito dall’equivoco e chiarire che qui non siamo in Olanda.

Mettete da parte, quindi, il pur incantevole scenario di mulini a vento e tulipani, icona dei Paesi bassi. E pure quello favolistico del Mulino Bianco.

Per dare valore e l’esatta dimensione di un percorso, che vive tra passato e presente,  è stato inaugurato di recente ad Aci Catena l’itinerario cicloturistico “Le vie dell’acqua”, un tracciato di 10 chilometri adatto a tutti, anche alle famiglie con bambini. Fanno da sfondo elementi che insieme danno vita ad uno scenario irripetibile in altre zone della Sicilia: un antico baglio fortificato, una serie di mulini ad acqua, un fondaco col suo lavatoio in pietra lavica, un’importante zona archeologica, strade e stradine in basolato lavico e distese di agrumeti. Aggiungete le antiche terme romane, un prezioso portale del ‘600 e colorate strade illuminate da murales. La cornice di questo quadro naturale è l’Etna maestoso.

I mulini ad acqua costruiti un tempo nella frazione di Aci San Filippo, ed esattamente nella vallata greco-romana di Reitana, costituivano l’itinerario storico dove, dal 1422 al 1615, ogni anno, tra luglio e agosto, si svolgeva la Fiera Franca di S. Venera (fu detta così perché nel periodo in cui si svolgeva venivano sospese pene e restrizioni per i partecipanti).

Fu la grande ricchezza d’acqua, intorno al 1300, a determinare la realizzazione dei mulini, circa 15. Oggi, ciò che rimane, rappresenta un itinerario turistico molto interessante dal punto di vista storico e paesaggistico.

Si parte da piano Reitana, dove si trovano le sorgenti Cuba, fonte dell’acquedotto Casalotto, usato per l’irrigazione degli agrumeti della costa ionica.

La piazza Reitana è nota per la lavorazione dei lupini, proprio grazie alla presenza dell’acqua delle sorgenti.

Tutta la zona di Reitana, risparmiata dalle eruzioni etnee, è di grande interesse archeologico dettato dal ritrovamento di monete, vasi, lacrimatoi, tombe e altri reperti.

I ruderi del primo mulino, detto “Spezzacoddu”, (per via di un uomo violento che vi faceva il guardiano) si trovano sulla sinistra, prima della strada per Vampolieri. I ruderi del secondo mulino, invece, un tempo ospitavano una scuola di campagna.

Al piano Pescheria ecco il secondo gruppo di sorgenti Funtanedda, con una cupola abbandonata. Questa è una sorgente spenta, Pescheria è, invece, una sorgente attiva.

“Spanneddi” e “Paratore” sono i nomi delle altre due sorgenti che si trovano nella vicina campagna dove nel 1817 fu scoperta una villa romana con il Mosaico del Pegaso.

Il terzo mulino “da zia Nedda”, sorella di don Neddu, oggi conosciuto come Scardaci, è l’unico ristrutturato che riesce a dare l’idea del vecchio mulino.

Siamo in un punto strategico, dove tutta l’area costituisce un’oasi naturale e dove si possono ammirare le splendide cascate d’acqua che fino a trent’anni fa animavano la ruota del mulino, uno degli ultimi funzionanti. Il rumore dell’acqua che scorre all’interno di questo mulino è dettato dalle tre cascate che poi proseguono tra i papiri per raggiungere gli altri mulini. Lì vicino, in via Paratore, si trova il fondaco un tempo luogo di ristoro durante la notte per i carrettieri  che si recavano in questi mulini per la macina del grano. Il quadro è completato da un lavatoio. Granchi di acqua dolce, anguille e rane popolano le acque di questo tratto di fiumara.

Un moderno ponte pedonale, sopra la ferrovia, è la via d’accesso al quarto mulino “U mulino a via”. Da visitare nelle vicinanze, in contrada Baracche, frazione di Acireale, la chiesetta di S. Andrea.

Il suggestivo “Percorso dei Mulini” prosegue con il quinto rudere “Don Pippino”, attivo fino agli anni sessanta, poi l’ottavo ormai abitazione (lungo la via Montevago) e infine il nono, divenuto luogo residenziale. In zona chiamata “A chianata di Vigo”, si incontra l’ultima sorgente, la mutaddisa.

Ci troviamo nelle vicinanze di Capomulini, uno dei pochi approdi naturali protetti della costa etnea, dove ha sede l’ultimo mulino, oggi abitazione.

Giunti nella piccola ed accogliente frazione non mancate di fermarvi in uno dei tanti ristorantini con terrazza sul mare e gustatevi le specialità di pesce dello Ionio.

Siamo nella zona del mito di Aci e Galatea.

Le acque in tutte le sue forme sono state fonte di vita di tutto il territorio di Aci S. Filippo, S. Nicolò, Reitana, Pianura del Torrente Platani e valli dei Mulini.

Il facile approvvigionamento idrico nelle stagioni dell’anno ha consentito da sempre la sopravvivenza dell’uomo. Questa zona è, infatti, punto di convergenza di importanti deflussi idrici di una buona porzione del versante sud-orientale dell’Etna. Anche oggi l’area è ricca di pozzi, sorgenti (anche termali) e canalizzazioni, tanto che nella pianura alluvionale del Torrente Platani, e in tutto il circondario di Reitana, sono presenti i terreni più fertili dell’Etna.

Limoneti e orti sono favoriti da un microclima più mite rispetto al resto del territorio circostante e questo elemento conferisce una maggiore produttività rispetto a tutta l’area etnea. Un concorso di elementi che danno origine a molte etichette di eccellenza per diversi prodotti DOC ( Il vino Etna) e IGP (Le ciliegie).

Altro elemento di vita è stata l’argilla, testimonianza di alterne vicende geologiche. La collina dell’Olivo S. Mauro-Torre Reitana e dei Mulini, costituiva, fino a qualche decennio fa, l’area per il prelievo dell’argilla che ha dato il via ad una florida industria dei prodotti ceramistici che risale a diversi millenni fa.

Estro, produttività, storia e arte.

L’unione di tanti elementi ha permesso a questa zona di crescere nel mondo del turismo, proponendo un ventaglio di offerte che puntano alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale e naturalistico. Il “Percorso dei Mulini” è uno dei siti di maggiore interesse che si affaccia al turismo e arricchisce un territorio denso di tradizioni.

A Strapiombo sul Mare